Si stava meglio quando si stava peggio

Sarà capitato anche a voi di sbattervi con ogni energia per risolvere un problema che in quel momento vi sta assillando.
E sarete stati anche molto felici, nel momento in cui siete riusciti a trovare la soluzione ottimale.

Bello, vero? Si, ma poi, passa un po’ di tempo e così bello non vi sembra più. Passa il tempo e ci si dimentica perché siamo arrivati ad adottare un certo guanto, piuttosto che un’altro. Non ci ricordiamo neanche perché abbiamo adottato certe procedure.
Tutto ciò, fa sì che tendiamo ad una “regressione”. Torniamo sui nostri passi, vedendo solo alcuni piccoli problemi, che avendo eliminato i più gravi, diventano improvvisamente importanti o degni di nota.

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Meccanismo strano, ma realistico. È umano dimenticare le cose che in passato ci turbavano o infastidivano, visto che le abbiamo risolte. Ma ci creiamo altri problemi e diamo loro una tale importanza che preferiamo tornare alla situazione preesistente. Ci scordiamo che eravamo partiti da altrettanti problemi, anche più gravi e complessi. 

Si stava meglio quando si stava peggio….

Perché vogliamo trattare questo argomento? Perché ci caschiamo ogni tanto? 
Primo perché abbiamo rispetto di noi stessi e del nostro lavoro, secondo perché quando ci capita, si ha l’impressione di dovere sempre partire da capo.

Nel tentativo di applicare sempre il nostro metodo nella maniera più scientifica e corretta, non ci scoraggiamo nel ripercorrere con alcuni di voi gli step che ci hanno portato a certe scelte.

Permetteteci di notare che, spesso, le problematiche sono legate a situazioni, stati e contesti di quel momento. Cioè legati ad una situazione che si presenta raramente e destinata a perdere di rilevanza in poco tempo. 

E allora? Ci piace fare i capricci?

Due aneddoti significativi.
In pieno luglio, quindi caldo afoso e alte temperature anche in azienda, mi sento dire dal responsabile, che dobbiamo tornare sui nostri passi, in relazione al miglior guanto che avevamo scelto, poiché si lamentano per il caldo.
Fermi tutti, fa caldo per il clima pazzesco di luglio o sono i guanti che scaldano?
E poi, anche se mi dici che vuoi qualcosa di leggero, ti ricordi che è fondamentale il livello di certificazione che DEVI avere per quel tipo di rischio? O il caldo estivo te l’ha fatto dimenticare?
È quello che avevi e vorresti di nuovo, non ti cautela da certi rischi. Ma che fai? Ti va bene correre di nuovo certi rischi?

Non ci credo.

Ma ci facciamo condizionare lo stesso, da eventi esterni o dalle lamentele di qualche operatore.

Spesso ci dimentichiamo del perché siamo arrivati a certe scelte, anche perché qualcuno ci fa delle offerte IRRESISTIBILI….
Secondo aneddoto: qualcuno mi fa vedere un bel guantino, a vedersi, bei colori, morbido, stilizzato. Cavolo proprio bellino.
Se poi, dice lui, è quasi regalato, certo ne ho dovuto acquistare 5 cartoni, ma, appunto, il prezzo…..ecc.

Concordo, proprio bello. Chiedo se il suo responsabile sicurezza è d’accordo, se li ha visti e li ha considerati.
Ma che mi frega, mi dici, sono belli e costano quasi niente.

A distanza di una settimana, il responsabile sicurezza mi ordina i soliti guanti, di quattro diverse tipologie, che molto tempo prima, avevamo individuato come i migliori in quasi tutti i contesti delle lavorazioni.

A quel punto, normale chiedere che fine avevano fatto quei bellissimi guanti, così a buon prezzo, che non si potevano non comprare. Questi mi rispose che qualcuno li avrebbe usati nel giardino di casa per i prossimi cento anni, ma che lui non voleva certo rischiare la galera per dei guanti così “bellini”. Ma così belli che è meglio solo guardarli…..

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Marco e Roberto

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